Sabato su Twitter è tornato a criticare l’amministrazione regionale e ha aggiunto “basta tirare a campare”.
Sta chiedendo le dimissioni del governatore Vito Bardi?
«L’analisi che faccio sul governo della Basilicata non è sulla scorta delle indagini giudiziarie. Quelle non le commento. Ho piena fiducia nella magistratura e posso solo esprimere molta pena per lo scenario di mercimonio che si delinea. La mia analisi parte da due grandi questioni: la qualità della sanità, che al di là di questi scandali è uno dei punti dolenti del rapporto tra i cittadini e il servizio pubblico; e le enormi confusioni politiche che questa giunta sta generando. Su tutte penso a quella sulla legge sul gas, che io credo sarà un vero boomerang per chi pensava a un bonus per la campagna elettorale e ora si trova con un caos amministrativo e le imprese che rischiano di chiudere per l’incapacità di risolvere i loro problemi. Il mio giudizio critico sulla giunta di centrodestra è sull’incapacità mostrata nell’azione politica e amministrativa».
Quindi ne chiede le dimissioni?
«Sull’operato dell’amministrazione regionale per il mio partito conta la valutazione compiuta dal gruppo consiliare assieme agli altri gruppi di opposizione. E’ evidente che già il voto delle elezioni politiche, che ha visto il Pd sconfitto a livello nazionale, non può far cantare vittoria al centrodestra lucano che ha i dati peggiori di tutti i centrodestra italiani, e che è già minoranza nel voto, con la dissoluzione della Lega e Fratelli d’Italia ben sotto la media nazionale. Io credo che lo sbando, che già si registrava durante la campagna elettorale nella coalizione di centrodestra, con questa inchiesta aumenterà di intensità. Ma soprattutto la realtà delle cose, i problemi oggettivi e anche i ritardi nell’utilizzo dei fondi europei, che per la prima volta sono ingenti, sono la fotografia della crisi di questa amministrazione. Per questo dico “basta tirare a campare”. Perché la realtà è ben lontana dagli slogan della campagna elettorale di questo centrodestra».
Non pensa che a condizionare il risultato elettorale del centrodestra, come pure del centrosinistra, possa essere stata la forza del terzo polo più che il giudizio sull’amministrazione regionale?
«Il dato che più mi inquieta è l’astensionismo che anche in questa tornata è aumentato di peso. Questo è quello su cui dobbiamo riflettere tutti. Il risultato del terzo polo è evidente, e ha determinato anche effetti sul risultato del Pd. Questo è innegabile. Ma la realtà politica a livello nazionale è che la divisione dei progressisti ha favorito la destra, che non ha aumentato i suoi voti ma li ha riorganizzati tra le forze politiche».
Lei è tornato anche a invocare una coalizione civica per la Basilicata. Che cosa intende?
«Penso a una coalizione democratica e progressista. In campagna elettorale ho visto tante reti civili, tanta cittadinanza attiva lontana dalla politica. Credo che questa energia debba scendere in campo e che i partiti tradizionali debbano rafforzarsi ascoltando questa linfa vitale. Il centrodestra negli ultimi anni è avanzato sulla divisione e le difficoltà delle forze progressiste e democratiche. Oggi siamo tutti chiamati a un risveglio: le forze politiche in primis, poi le reti della cittadinanza che chiedono una politica pulita nei modi e nei comportamenti, e i cittadini che nell’ultima indagine vedono una ferita che questa regione non merita. Il Pd ovviamente sarà a disposizione in maniera generosa per formare questa alternativa democratica e progressista e ascoltare le richieste della cittadinanza attiva».
Parteciperà alla direzione del Pd della Basilicata convocata per analizzare il voto del 25 settembre e la situazione politica in regione?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) per prima cosa continuerò il mio giro tra le imprese. Sarei voluto andare allo stabilimento Stellantis ma mi hanno detto che questa settimana è chiuso. Il mio primo impegno adesso sono la crisi energetica e le bollette. Sono preoccupato che la crisi porti artigiani, commercianti e imprese a chiudere, perché sarebbe un disastro per l’economia regionale. Per questo continuo a criticare una legge regionale sul gas che è sorda rispetto a tutte queste esigenze».
E la crisi nel Pd Basilicata?
«Il Pd è un partito che saprà discutere di quello che è successo e di quella che è la prospettiva, e lo farà, ovviamente, con gli occhi rivolti a quello che sta avvenendo in Regione. L’avevamo detto in campagna elettorale: dal 26 settembre testa bassa per costruire un’alternativa alla destra che malgoverna la Regione».